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Il 26 marzo 1958 Alberto Mondadori annunciava in una lettera a Jean-Paul Sartre l’imminente fondazione di una casa editrice, con lo scopo dichiarato di sprovincializzare e laicizzare la cultura italiana pubblicando autori di grande importanza nella storia del pensiero occidentale.
A più di sessant’anni di distanza, il progetto del Saggiatore non cambia, delineandosi come il tentativo di creare una costellazione di titoli e autori che siano determinanti per il nostro tempo, che resistano al tempo e lo modellino.
Titoli, e autori. Perché al Saggiatore crediamo in un’editoria fatta di rapporti che si costruiscono e che durano, di voci che si fondono in un unisono; un’editoria di persone e di parole, con l’idea che solo persone e parole, insieme, possono interpretare lo spirito del tempo – nelle costanti dell’immaginario come nelle inaggirabili varianti del divenire umano – e cambiare la forma del futuro.
La nostra missione, allora, rimane questa: accettare la sfida del contemporaneo – ciò che significa anche far saltare le tradizionali categorie di narrativa e saggistica, ormai inadeguate – e proporre al lettore un catalogo di titoli dalla scoperta vocazione internazionale, capaci di superare le barriere del tempo e durare, perché «muoiono le civiltà, muoiono le religioni. Non muore il contemporaneo».
Fedele a un’idea antica, e dunque profondamente moderna, di editoria, il Saggiatore è tuttavia un’officina in cui i libri non vengono semplicemente acquisiti e commissionati, ma anche creati, costruiti dall’interno. Un’officina che emana il proprio immaginario non solo attraverso un singolo oggetto-libro, bensì attraverso l’intera costellazione dei libri e degli autori pubblicati, i quali compongono così un unico, grande testo: il catalogo della casa editrice; vivo come lo sono tutti i testi, infinito come è ogni universo.