I primi dati sull’affluenza finale indicano che dopo il grande aumento dello scorso giugno, 20% sul 2022, i compratori esteri registrano una lieve crescita, a raggiungere le 5.300 unità. La conferma dei buyers internazionali - quelli che fanno il mercato e indicano la direzione - sono indicatori importanti per gli espositori, danno fiducia e prospettiva. Il numero delle affluenze italiane invece non conferma i risultati del 2023, diminuiscono del 7%, ma devo dire che questo era ampiamente previsto, considerata la chiusura di tantissimi negozi in questi ultimi due, tre anni e l’andamento poco dinamico dei consumi interni. L’idea che circola tra operatori e commentatori è che – contando su un relativo allentamento delle tensioni geopolitiche e sugli stimoli all’economia da parte delle istituzioni economiche e monetarie - dobbiamo attendere il 2025 per una decisa ripresa. La qualità delle presenze è alta ci sono i migliori, motivati e intenzionati a far tornare i clienti nei loro negozi e department stores. Da rimarcare quindi, al di là della conferma di Francia, Stati Uniti e UK, la crescita dell’Europa centro settentrionale (Germania a +15% e circa 680 compratori in Fortezza, performance molto buone di Olanda, Austria, Belgio e Paesi Baltici), il sorprendente aumento dell’Europa dell’Est (Polonia, Repubblica Ceca, Serbia, Ungheria, Bulgaria), il consolidamento della ripresa asiatica (anche per i nuovi arrivati come Singapore, Indonesia, Thailandia e Mongolia) e l’exploit di mercati chiave come Turchia e Kazakistan.
, amministratore delegato di Pitti Immagine
Anche questa è una stagione che va affrontata con fiducia e coraggio in modo consapevole e, insieme, con la stessa energia di sempre. Sono contento anzitutto per i miei colleghi, che hanno proposto collezioni di grande qualità, in termini di manifattura, nuovi materiali e stile: Pitti Uomo, siamo alla 106esima edizione, ancora una volta rappresenta lo stimolo per presentarsi al meglio, per fare innovazione, per confermarsi leader. Naturalmente non possiamo nasconderci la situazione difficile del mercato italiano. E’ vero che la distribuzione italiana di alto livello - i negozi specializzati che fanno tendenza e che per questo sono méta di visite e analisi da parte dei colleghi esteri di tutto il mondo - è presente senza defezioni, ma il problema è la debole dinamica dei consumi interni. Dobbiamo tutti fare una riflessione e capire come aprire una nuova fase di crescita e di fiducia: rappresentanze imprenditoriali e del lavoro, governo italiano, istituzioni europee… La squadra di Pitti è inesauribile nel fare ricerca e scouting, fornire servizi agli operatori, ideare eventi speciali e comunicare. Ma tutti noi, a partire dal sottoscritto, sappiamo quanta strada ci sia ancora da fare. Anche Firenze risponde da par suo: con i luoghi, le persone, le atmosfere, le voci… cioè tutta quella vitalità che è indispensabile per qualsiasi evento basato sui rapporti umani.
, presidente di Pitti Immagine