I dati sui compratori, così come il numero degli espositori, entrambi in deciso aumento rispetto allo scorso gennaio, ci dicono che il salone ha ripreso la sua leadership internazionale ma rappresentano soltanto un elemento della nostra soddisfazione per come sono andate le cose, perché dietro la dimensione quantitativa c’è grande qualità, un lavoro accurato, una costante capacità di innovazione. Sia sul fronte dell’offerta di prodotto – per ricerca stilistica, materiali, raffinatezza della manifattura, orientamento alla sostenibilità – sia su quello della domanda, con un mix internazionale molto interessante di negozi fisici e online, boutique specializzate, catene, department e concept stores. E da parte di noi organizzatori non c’è stata soltanto la consueta (ma non scontata!) opera di selezione e curatela nei padiglioni, ma anche un promettente allargamento delle merceologie esposte: dal mondo della scuola allo sport, dai giocattoli agli arredi per le camerette, dall’oggettistica di design all’editoria. Pensiamo che questo, sempre più, debba essere il Pitti Bimbo del futuro.
, amministratore delegato di Pitti Immagine